Il mio Yemen

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Sono rientrata sabato e ancora debbo riordinare le idee dopo un viaggio così ricco di immagini e sensazioni; mi ha stupito la varietà di paesaggi, architetture ed etnie presenti in un paese che immaginavo abbastanza omogeneo, le case-torri di Sana’a sono solo uno dei molteplici aspetti e i paesaggi vanno dai villaggi arroccati sulle montagne fino a 2800 metri, agli uadi ricchi di palme, banani e manghi, al deserto di sabbia liscia a perdita d’occhio, o con grandi dune, alle spiagge di sabbia finissima e bianca di tipo caribico.

Un paese sospeso fra Africa e India, poverissimo, dove i bambini ti chiedono penne e sapone (specie le bambine), e gli uomini e i bambini vanno pazzi per le foto, per le quali si mettono in posa anche se non ti interessano, mentre le donne (velatissime) scappano davanti alla macchina fotografica.

Un paese drogato, dove la vita degli uomini ruota intorno al qat, che masticano tutti dalle 14 alle 18 circa,  tranne che nel sud, dove il consumo è molto minore. Diverso da tutto il Medio Oriente, un viaggio indimenticabile.

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Paolo Mazzara è un appassionato viaggiatore. Brama di avventura e di terre selvagge. Giardiniere, lettore, subacqueo, arciere tradizionale, amante del vino e appassionato di cucina. Prossimo grande progetto, il giro del mondo in 5 anni.

2 COMMENTI

  1. Buongiorno,

    volevo fare solamente una domanda riguardante la sicurezza in Yemen.
    Il dipartimento degli affari esteri svizzero mi ha consigliato di non andare in Yemen, perché secondo loro, é un paese molto pericoloso a causa dei rapimenti e del terrorismo.
    Lei che c’é stata di persona cosa può dirmi al riguardo??

    grazie e saluti

    stefano

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